a fiera del colore più importante d‘Europa mette in evidenza le tendenze del settore: attrezzi intelligenti, digitalizzazione, i giovani e il decorativo Made In Italy.

La FAF, conosciuta anche come Farbe, è la fiera del colore più importante d‘Europa e ha convinto anche con l‘edizione 2019. Nonostante il calo degli espositori, 402 presenze registrate, rispetto all‘evento precedente a Monaco di Baviera, a Colonia si è riconfermato l‘importanza per il settore. Non l‘avevamo messo in dubbio, visto tra gli espositori invitati c‘era la crème dei produttori di colori e accessori dell‘edilizia come anche tanti nuovi volti. Temi come la digitalizzazione, nuove tecniche e prodotti e un‘iniziativa per l‘allievo pittore hanno dominato la mostra e attirato oltre 40.000 visitatori. Nel bel mezzo c‘era anche NORDWAL.

Digitalizzazione con la D maiuscola

Il termine digitalizzazione ha ormai subito un utilizzo sproporzionato che l‘ha svalutato. Ma nel mondo del pittore è la nuova parola d‘ordine. Era presente su tanti stand e argomento di vari conferenze. Non importa se si tratta di software gestionale dalla cloud, applicazioni per la selezione della tinta o un programma per navigare una libreria di schede di sicurezza di ogni fornitore. Le aziende si stanno preparando, perché anche il mestiere tradizionale del pittore sta per passare dei cambiamenti verso un futuro digitale. li attrezzi utilizzeranno una intelligenza artificiale e offriranno al operatore un risparmio di costi e lavoro. Il pittore del futuro si utilizzerà il suo cellulare per fornirsi le schede tecniche e invierà i dati per l‘applicazione al su spruzzatore airless, che imposterà i parametri per l‘utilizzo. I suoi clienti riceveranno le offerte generate dal software gestionale sul cellulare, il quale gestisce anche il calcolo del materiale. La formazione avverrà in modo multimediale e digitale con video online e grazie a visori VR si immergerà nei cantieri virtuali. Non stiamo parlando di racconti di fantascienza. Tanti produttori stanno già pensando a queste possibilità e investendo nel futuro. Un po’ di musica dell‘avvenire si poteva sentire quando si parlava dell‘intonaco del futuro.

“… mittels VR-Equipment kann in virtuelle Baustelle eingetaucht werden.”

Uno sguardo dentro la sfera di cristallo

Possiamo solo indovinare cosa ci riserva il futuro. Oppure possiamo fare delle previsioni più o meno accurate. L‘hanno fatto alcuni studenti del Institute International Trendscouting, Hawk Hildesheim. Con la ricerca rendering/CODES hanno creato sei visioni per dare forma all‘intonaco e così alla facciata di domani. Certamente, alcune sembrano storie tratte da un romanzo di George Orwell, ma anche l‘autore britannico ebbe ragione con alcune delle sue visioni. Ma non ci troviamo nel campo della fantascienza, questo ci ricorda la partecipazione di alcune aziende leader a questo studio teorico.

Ma cosa ci aspetta allora nel futuro? Le sei visione si basano su temi diversi. Connesso, verde, modulare, multi-funzionale, tradizionale, adatto per robot.
Se parliamo dall‘idea della facciata connessa, gli studenti vedono una struttura che riesce a comunicare con vari apparecchi intelligenti e amplifica le reti digitali.
La facciata verde invece, che non deve essere per forza solo verde di colore, segue il tema della sostenibilità e dell‘ambiente pulito. Dovrebbe migliorare la nostra vita grazie a depositi di acqua integrati, terreni di coltura per piante e filtri che purificano l‘aria.
La soluzione modulare permetterà di montare e smontare una facciata con semplicità. Elementi modulari sono già in utilizzo in vari settori grazie al loro impiego rapido, adattare questa idea anche per facciate sarebbe solo un passo logico.
Proteiforme e multifunzionale, anche così si può vedere il futuro dell‘intonaco. L‘idea ha somiglianze con la facciata connessa, ma è capace di ancora di più. L‘intonaco avrà la possibilità di reagire a condizioni esterne e per esempio lasciare entrare la luce del sole quando il tempo migliora, o chiudersi quando piove, oppure trasportare l‘aria fresca quando c‘è bisogno.
Un richiamo alle origini descrive il concetto tradizionale. Secondo questa teoria si dovrebbe basare di più su tecniche e materiali storici e rivivere la tradizione e l‘ingenuità dell‘intonaco.
Completamente l‘opposto rappresenta la facciata adatta per robot. Aiutanti artificiali assumeranno dei lavori specifici, come risanamento, pulizia e tanto altro. La facciata bisogna dare a questi robot dei punti di aggancio e carico, forse anche delle guide per muoversi.
Quale di queste visioni diventerà realtà È difficile dire oggi. Un cambiamento non si svolgerà immediatamente o anche in poco tempo, saranno le generazioni future che vedranno quale visione prevarrà. E proprio di queste generazioni future si è parlato molto alla fiera.

Il pittore – un lavoro con un futuro?

Sempre più giovani vanno all‘università. Indubbiamente una buona scelta, ma anche l‘artigianato offre ottime possibilità per il successo. E comunque soffre di un calo d‘attrattività tra i giovani. In Germania le nuove assunzioni di apprendisti sono diminuiti negli ultimi anni. Per questo la confederazione dei pittori e verniciatori parla già di un rischio di scarsità di nuove leve e richiede l‘attenzione e l‘aiuto di artigiani, scuole e anche dei produttori. La percezione del lavoro da pittore deve diventare più attraente ed interessante. Perché l’immagine che hanno i giovani del pittore è superato. L‘imbianchino è molto di più che solo pennello, rullo e tempera. Il lavoro è altamente creativo, variato e con tante possibilità. Il primo giorno della fiera è stato dedicato ai giovani e intitolato Next Generation Day.

Green & healthy

Anche sostenibilità e salute sono delle parole tanto usate ultimamente, anche nel settore delle pitture. Pitture con bassissime o zero percentuali di sostanze inquinanti sono la normalità, anche grazie a delle leggi severissime. Ma questi temi sono importanti per gli utilizzatori e i clienti finali e per questo anche i produttori non si stancano a trovare sempre nuovi abbreviazioni e nomi per le novità. Che non si tratta solo di marketing dimostrano gli numerosi studi, ricerche, certificati e dimostrazioni pratiche. Informarsi, esaminare e mantenere fin dall‘inizio un atteggiamento critico nei confronti è comunque importante. Non tutte le novità e tecnologie ci hanno convinti. Ma specialmente i grandi produttori hanno fatto i loro compiti e hanno presentato I risultati delle loro ricerche. I prodotti diventano sempre più “salutari” per l’utilizzatore, il cliente finale, ma anche per l’ambiente stesso.

Made in Italy

La maggiore parte degli espositori arriva logicamente dalla Germania. Ma l’importanza della fiera ha attirato anche tanti produttori dal estero, in prima linea dall’Italia. Il “Made in Italy” era molto presente alla Farbe 2019, specialmente tra i decorativi: a volte veramente italiano e altre volte c’era solo il nome che ricordava la nostra lingua. Ma questi “fake” non sono un insulto verso lo stile italiano, più un’esaltazione del design vissuto tra il Brennero e Lampedusa. E sono la prova che a questo settore non manca la creatività.

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